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"Mai una gioia!" Come sfruttare gli imprevisti

Nell’epoca delle “to do list”, della programmazione, del “fare ordine” tra gli impegni, questa settimana andremo contro corrente.

La macchina che si rompe, le corse dell’autobus che saltano senza alcun motivo apparente, la professoressa che anticipa l’appello. Potremmo continuare con una lista infinita di imprevisti. L’unica certezza apparente è l’irritazione conseguente.

Si, perché la qualità principale degli imprevisti è che seguono sempre alla lettera la legge di Murphy: “Se una cosa può andar male, andrà male”.


COME EVITARE L’IRRITAZIONE


Mi piacerebbe proporre metodi psicologici super scientifici e convalidati, tecniche di rilassamento che miracolosamente ci faranno raggiungere l’insight nel momento in cui stiamo per esplodere in un “Mavvaff…” ben assestato.

E invece l’unica cosa da dire è: non possiamo farci nulla!

Nel momento in cui i nostri piani vanno in fumo, la rabbia e l’irritazione sono le reazioni più naturali.

Ma chi dice che questo sia negativo?!

Mi stupirebbe di più se, davanti alla ruota della macchina bucata proprio il nostro primo giorno di lavoro fossimo sorridenti e rilassati.


GESTIRE GLI IMPREVISTI


Soprattutto per i più ansiosi e per coloro che seguono abitudini e schemi comportamentali rigidi, gli imprevisti non rappresentano solo un intoppo in mezzo a mille incombenze, ma si trasformano in veri e propri drammi in grado di mandare in tilt la persona.

In linea generale possiamo dire che ciò che è difficile da tenere in considerazione, è che l’imprevisto, di per sé, ha sempre una valenza neutra. Ciò che lo riempie di senso e significato è la sfumatura emotiva con cui lo coloriamo.

Se ci fermiamo a pensare infatti, lo stesso evento non viene considerato negativo in qualsiasi momento e contesto.

Infatti, se immaginiamo che questo imprevisto accada prima di un appuntamento importante, ecco che scatta in noi quel senso di ansia e frustrazione dati dal non poter controllare la situazione (qui ho spiegato nel dettaglio come imparare ad accettare che non possiamo controllare tutto).

Scattano quindi nella nostra testa una catena di pensieri ossessivi che ci trascinano sempre più verso il basso e ci paralizzano.

A tal proposito potremmo provare a sconfiggerli immaginandoli come le sabbie mobili: così come queste ci tirano sempre più giù se ci agitiamo, allo stesso modo le ossessioni ci faranno preoccupare sempre di più se ci focalizziamo troppo su di loro.

Il consiglio è quindi quello di non approcciarci ad esse in modo diretto provando a razionalizzare e a confutare i nostri peggiori timori, ma di prendere questi pensieri “solo” come pensieri e non come verità assolute che si concretizzeranno.


A COSA SERVONO


Allenare la flessibilità: uscire dalla nostra comfort zone.

Sviluppare maggiore resilienza: cioè la capacità di far fronte e superare in maniera positiva gli eventi negativi.

Sperimentare le emozioni negative: anche se non ci piace, la gamma delle emozioni va da tonalità estremamente piacevoli ad altre altrettanto detestabili. Ciò che dovremmo sapere è che, se iniziamo ad evitarle, quando si faranno vive in un momento di crisi particolarmente critico, queste ci devasteranno.

Iniziare a fare i conti con questo tipo di emozioni in situazioni come quelle impreviste è un ottimo esercizio per imparare a “star dentro” quell’emozione negativa senza combatterla o provare a scacciarla.

Ciò non significa che dobbiamo entrare in un mood negativo di proposito, ma che, nel momento in cui si presenta, potremmo provare ad accogliere l’emozione e viverla a pieno finché non scemerà da sola.

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