È un processo mentale attraverso cui parliamo a noi stessi. È facilmente riconoscibile poiché si tratta di quella vocina che si presenta nella nostra mente e si rivolge a noi con toni diversi in base alle sfumature emotive che proviamo. Cosa ci dice questa vocina?
Cosa penso di me
Cosa penso della situazione in cui mi trovo e di me inserito in essa
Cosa penso di me in relazione agli altri
LE DUE MODALITÀ DI DIALOGO
Positivo: rappresenta una serie di frasi, pensieri, modi di riferirci a noi stessi in modo amichevole, amorevole e incoraggiante.
Negativo: può essere spiegato come quel modo di rivolgerci a noi stessi in maniera iper-critica.
Ma come può tutto ciò influire sulla nostra quotidianità? Facciamo un esempio concreto:
mi sto recando a lavoro e nel tragitto mi perdo tra i miei pensieri visto che questa strada la faccio tutti i giorni! Ti pare che mi perdo?! All’improvviso mi ritrovo da tutt’altra parte. Ecco qui che parte il dialogo interiore negativo:
“Sono proprio uno stupida! Faccio questa strada tutti i giorni. Come cavolo ho fatto a sbagliare? Non ne faccio mai una giusta. Appena mi sembra che le cose stiano iniziando a girare per il verso giusto, ecco che trovo il modo di rovinare tutto. Arriverò in ritardo e il capo mi cazzierà.”
COME FAR DIVENTARE IL DIALOGO INTERIORE POSITIVO
Mentre il rimuginio è una modalità di dialogo negativo che si concentra sui PAN che generano emozioni come l’ansia o la rabbia, avere un dialogo interiore positivo aiuta a organizzare i propri comportamenti e di conseguenza la propria vita in maniera più costruttiva.
Ma cosa possiamo fare concretamente?
- Impariamo a “osservare”: spesso il dialogo interiore diventa come una musica di sotto fondo delle nostre azioni. Imparare a prestare attenzione a cosa ci stiamo dicendo, ci aiuta a identificare la qualità di questi pensieri (hanno sfumature positive o sono impregnati di negatività?) e quindi ci da la possibilità di agire su di essi.
- Mettiamo in discussione i dialoghi negativi: siamo sicuri che quello che ci diciamo corrisponda alla realtà dei fatti? Siamo sicuri che se proviamo una determinata emozione negativa allora andrà realmente tutto male? Esercitiamoci ad analizzare in modo realistico il nostro flusso di pensieri.
- Trasformiamo le parole: una delle caratteristiche principali del dialogo interiore negativo è quella di portarci a generalizzare i nostri pensieri attuali. Se mi sento uno stupido in una situazione, questo significa che sono uno stupido?
Soprattutto all’inizio può essere difficile passare da un pensiero negativo a uno positivo, soprattutto perché non siamo abituati a pensare e a rivolgerci a noi stessi in certi termini. Potremmo quindi provare a cambiare la negatività con la neutralità. Per esempio:
da “Sono proprio stupido” a “Questa volta mi sono comportato da stupido”,
da “Non posso sopportarlo” a “Mi sarà difficile ma…”
da “È impossibile” a “Da dove posso iniziare per risolvere questa situazione?
Rimproveri, commenti demotivanti, scuse o giustificazioni contribuiranno solo ad aumentare le emozioni negative, dandoci come unica garanzia quella di veder realizzate le nostre peggiori fantasie.
- Rivolgiamoci a noi stessi come faremmo con un amico: spesso diciamo a noi stessi cose terribili che non ci sogneremmo di dire nemmeno a uno sconosciuto men che mai a un amico.
Quando ci sorprendiamo a rivolgerci a noi stessi in modi negativi se non addirittura crudeli, pensiamo a come avremmo detto queste cose al nostro amico più caro. Riformuliamo quella frase come se dovessimo verbalizzarla nei confronti di qualcuno che non vogliamo ferire e poi proviamo a continuare con questa linea di pensiero rivolgendoci a noi stessi.
- Rifiutiamo le autocritiche e accogliamo: nel momento in cui ci troviamo a giudicarci aspramente e iniziamo a provare a modificare questo modo di rivolgerci a noi stessi, è importante stare attenti a non innescare un meta-dialogo negativo, cioè una cascata di critiche e giudizi legati al fatto che non siamo stati in grado di rivolgerci a noi in modo più compassionevole. Quando ciò avviene, accogliamo questi pensieri negativi e andiamo avanti. Impariamo ad essere clementi con noi stessi. Passare da questa modalità giudicante a una modalità più accogliente, è difficile e richiede molta pratica quindi, innescare il “pilota automatico” del dialogo interiore negativo è più che normale. Ricordiamoci che lo scopo non è quello di essere bravi ma quello di stare bene con noi stessi.
PERCHÈ È IMPORTANTE
Passare dalla modalità negativa a quella positiva porterà in noi innumerevoli vantaggi.
Il primo tra tutti, come appena detto, è quello si stare meglio con noi stessi, di sentirci meno colpevoli e responsabili di tutto ciò che ci succede attorno.
Una volta che avremo raggiunto questo primo obiettivo, gli altri vantaggi avverranno come una cascata: noteremo un miglioramento dell’autostima, ci sentiremo meno stressati e più motivati. Impareremo a “lasciar andare” e ciò causerà un notevole aumento dell’auto-efficacia percepita tanto nelle situazioni di vita quanto nelle relazioni interpersonali.
È comunque importante sottolineare che mentre per alcuni di noi riformulare il proprio dialogo in totale autonomia potrà essere più facile, per altri, soprattutto nei casi in cui oltre al dialogo negativo si siano instaurati circoli viziosi disfunzionali, potrà essere necessario l’aiuto di uno psicologo che permetterà di acquisire strategie maggiormente mirate grazie all’utilizzo di apposite tecniche.
A volte siamo molto più comprensivi e "permissivi" con gli altri che con noi stessi. Siamo spesso degli "autovalutatori" troppo severi. Bellissimo articolo!