A cosa serve andare da uno psicologo? Se ho un problema parlo con i miei amici! Tanto alla fine vai li, fai una chiacchierata e lei/lui ti da un consiglio.
Una credenza lecita per chiunque non abbia approfondito l’argomento. Penso che se non avessi deciso di intraprendere questo percorso probabilmente anche io non sarei riuscita a cogliere la differenza tra un colloquio psicologico e una chiacchierata con un amico. Proviamo quindi a chiarire alcuni punti.
LO PSICOLOGO NON CHIACCHIERA COME UN AMICO
Per due principali motivi.
Partiamo da una banalità: perché ha affrontato un percorso di studi di 5 anni più 1 anno di formazione sul campo, ha sostenuto un esame per abilitarsi e ha l’obbligo di iscriversi a un albo professionale che fa da garante tanto allo psicologo quanto a chiunque usufruisca dei suoi servizi.
Ma, passando ai fatti: perché durante il suo percorso di studi, ha acquisito competenze specifiche per ascoltare, analizzare e restituire contenuti riportati durante il colloquio.
Si, ok, ma che vuol dire?!
In pratica, un amico che offre il suo ascolto su alcuni problemi, risponderà alle perplessità o domande sulla base delle sue esperienze, delle sue emozioni e di come agirebbe lui se si trovasse al nostro posto.
Eh no, io c’ho un amico figo che mi conosce, lo sa che io funziono diversamente!
Bene, ma quello che fa lo psicologo è un po’ diverso. Significa che, lo psicologo, all’interno del suo studio, ascolterà ciò che gli diremo in maniera oggettiva, mettendo da parte ogni preconcetto, valutazione o tentativo di influenzarci. Il suo obiettivo, non è infatti quello di dare consigli. È così che passiamo al secondo punto.
LO PSICOLOGO NON DA CONSIGLI
Chiedere una consulenza non ha la funzione di trovare la soluzione a un problema con uno schiocco di dita. Lo psicologo non ha la bacchetta magica e non ha magnifiche soluzioni da propinarci in cambio di un compenso. Quello che fa è partire dalle nostre parole e cercare di capire quali possono essere i nostri punti deboli in quella situazione, ma ancor più quali siano i nostri punti di forza. L’obiettivo si trasforma così da:
"Vado dallo psicologo per risolvere il problema"
a
"Vado dallo psicologo per intraprendere un percorso di crescita che mi permetterà di gestire il problema tanto ora quanto in futuro"
Le solite frasi da strizzacervelli?
No, semplicemente quando andiamo da uno psicologo, lui cercherà, partendo dai nostri punti di forza e di debolezza, di elaborare insieme a noi delle strategie il più adatte possibile con i nostri modi di essere, fare e sentire. Tutto il percorso si muoverà sul filo di queste tre dimensioni, in una costante cooperazione, all’interno della quale lo psicologo conosce tutta la gamma degli strumenti a disposizione. Saremo noi a indirizzarlo e a capire insieme a lui quali sono quelli che si adattano meglio alla nostra situazione.
LO PSICOLOGO NON DIALOGA PASSIVAMENTE
≈ Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi ≈
[Albert Einstein]
Andare dallo psicologo necessita imprescindibilmente di una buona dose di motivazione al cambiamento. Questo non significa che dovremo essere disposti a rivoluzionare le nostre abitudini, né che diventeremo dei maestri di vita su un argomento, ma che andare dallo psicologo presuppone un cambiamento, e per cambiare è necessario impegno.
Significa che nella settimana che intercorrerà tra una seduta e l’altra, dovremo fare degli "esercizi". All’inizio alcuni sembreranno stupidi o addirittura inutili, ma con il tempo e la pratica entreranno a far parte della nostra cassetta degli attrezzi. Andando avanti con il percorso invece altri esercizi sembreranno utopici o impossibili da sostenere. Sarà proprio lì che capirete quanto la ricerca di significato e di strategie scevri da pregiudizi e interferenze personali (chiamato ascolto attivo) dello psicologo sia veramente più produttiva della classica chiacchierata informale con un amico.
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